Sherlock Holmes contro Dracula
Autore: Watson, John H.
Curatore: Estleman, Loren D.
Editore: Gargoyle
"È
l'anno 1890. Una nave fa naufragio sulla costa inglese, l'equipaggio è
scomparso, il capitano è stato assassinato, l'unico passeggero è un sinistro
cane nero. Il mistero, di cui nessuno riesce a venire a capo è pane per i denti
dell'inimitabile Sherlock Holmes, ma per la prima volta nell'arco della sua
esaltante carriera il grande detective è in difficoltà. Risulta evidente che
gli uomini dell'equipaggio sono stati uccisi e gettati fuori bordo, ma cosa può
spiegare l'espressione di orrore stampata sul volto del capitano, il suo fatale
dissanguamento, e lo strano carico della nave - cinquanta casse di terra? Il
gioco è aperto e Sherlock Holmes, assistito come sempre dal fedele Dottor
Watson, si viene a trovare sulle tracce del re dei vampiri in persona - il
Conte Dracula..."
Mi
è piaciuto questo libro fin dalla copertina; ha toccato le corde del mio cuore
già dalla tenera dedica all’attore Peter Cushing fatta dall’editore e dal
traduttore della versione italiana, dedica che mi ha sorpreso e compiaciuto. Mi
è piaciuto l’espediente del ritrovamento del manoscritto del dottor Watson, con
annessa ricostruzione delle varie parentele, e pubblicazione da parte di un
curatore, porto con grazia. Mi è piaciuta la bibliografia proposta dal curatore
con la distinzione fra il canone, gli episodi citati ma mai scritti e gli
episodi apocrifi. Mi è piaciuto, infine, il romanzo. L’autore è riuscito
ricreare il linguaggio e le atmosfere tweed di Conan Doyle e leggerlo è stato
un vero piacere, come gustare un dolce da tè che raramente viene preparato
perché se ne è persa la ricetta. Intrigante l’accostamento tra l’algida mente
di Sherlock e la potenza istintiva e ferina del Conte Dracula. Da questo
incontro (e scontro) ciascuno dei due personaggi ne esce modificato, anche se sempre
nei limiti canonici dei personaggi: per la prima volta, Holmes si trova in una
situazione di cui non riesce circoscrivere l’intero perimetro, che non può
controllare sino in fondo, malgrado le sempre fulgide deduzioni; emerge,
sorprendentemente, una emotività controllata ma intensa del detective, dovuta
senz’altro agli eventi straordinari (e illogici) che si trova a fronteggiare;
in questo contesto così ‘emotivo’, lascia emergere il suo affetto per il fedele
Watson in diverse occasioni; per contro Dracula appare all’inizio una presenza
solo intuita ma oppressiva e spaventosa; prenderà sempre più corpo, ma verrà
esaltato l’aspetto selvaggio, animalesco e sanguinario, più vicino al Conte
Vlad storico e forse al personaggio inteso da Stoker, che non alla figura
elegante e patinata trasmessaci, erroneamente a mio parere, dal cinema e da
certa letteratura; alla fine Dracula fa pensare più ad un animale selvaggio (un
lupo, forse), intelligente e potente sì, ma vincolato dalla sua natura,
incapace di essere veramente padrone di sé e del proprio destino; poco a poco
il conte perde il suo aspetto terrificante per giungere, quasi, a destare
compassione. Non ho riconosciuto, invece, il personaggio di Van Helsing,
presentato qui come un barone del vampiresco, preoccupato solo di mantenere la
sua fama di esperto in materia; ma il personaggio è visto con gli occhi del
buon dottor Watson, il quale senza dubbio non può che considerare arrogante chi
contesti la competenza del suo idolo, Holmes, su qualunque argomento. Per ultimo
desidero ringraziare la casa editrice Gargoyle (nome intrigante!) per aver
pubblicato questo piacevolissimo libro e mi auguro che manterrà questa linea
editoriale così affascinante e raffinata.